I tre fili e il mondo giusto

Quale ruolo per la cultura in un movimento di impegno civile? Non basta programmare politiche culturali che incidano sull’istruzione, sull’arte, sul mondo dello spettacolo, sulla conservazione dei beni “culturali”. Questi sono temi importantissimi per una società che voglia dar spazio alla crescita interiore, all’esercizio della fantasia, all’educazione nel suo senso più autentico, tuttavia ancor prima dobbiamo affermare una cultura che consenta di maturare visioni del mondo e pratiche sensate, analisi approfondite e iniziative meditate. La cultura, insomma, al di là delle singole politiche adottate per declinarla in un determinato momento storico, riguarda in senso lato il nostro fare umanità e ci sfida ad acquisire una maggior consapevolezza. Consapevolezza, ad esempio, dei limiti insiti nei modi tradizionali di intendere il confronto pubblico. Tra gli estremi del conformismo compiacente e dello scontro distruttivo siamo ancora in cerca di una via di mezzo feconda e generativa. La cultura è indispensabile per trovare questa nuova strada.

Nessuna politica trasformativa, che si voglia anticapitalista, antifascista, antisessista e antirazzista, potrà raggiungere nel tempo risultati degni di nota se non impareremo anche a dire quello che vogliamo, dunque a comunicare il nostro “essere-per”. Essere-per cosa? E soprattutto per chi? La svolta culturale che Dipende da Noi vuole promuovere non può fare a meno del metodo dialogico, del piacere di fare domande, della passione suscitata da una ricerca comune. Ecco perché diffondere una cultura creativa e sostenibile significa, nell’epoca complessa in cui ci troviamo, annodare insieme tre fili che, d’ora in avanti, dovrebbero essere percepiti come inseparabili: l’amore per la giustizia, la consapevolezza delle proprie ombre, il senso di un’umanità comune che si esprime mediante le differenze. Chi sarà capace di lottare per la giustizia (sociale e ambientale), con la consapevolezza di essere un umano limitato (che non detiene alcuna verità “assoluta”) senza considerare inumani i propri avversari (verso i quali non esita un istante, se necessario, a mostrare la sua opposizione netta e intransigente), sarà l’agente trasformativo di domani, catalizzatore di un cambiamento che invoca il meglio di noi per venire alla luce. La Cultura con la “c” maiuscola lavora affinché le persone siano sempre più degne del mondo giusto in gestazione.

Paolo Bartolini

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