Perché Draghi non può vincere le elezioni (ma non può nemmeno perderle…) Semplice: non partecipa!

Provo anch’io a dare il mio piccolo contributo al dibattito di questi giorni. Non voglio fare una analisi socio-economica-politica della situazione, (non sono in grado) ma piuttosto offrire qualche osservazione da un piccolo e casuale punto di vista di chi guarda, a sprazzi, la tv, ascolta un po’ di radio, sfoglia qualche quotidiano on line, magari proposto dai social. Insomma un italiano medio, con magari un pizzico di attenzione in più…

Ho notato un grande efficientissimo del governo da quando è caduto.

Strane elezioni: draghiani a Destra (Silvio) e Draghiani a Sinistra (Letta), con una grande DC che sembra avere ritrovato lo spirito dei vecchi tempi, con correnti e partitucoli, ma alla fine sempre unita nel difendere il Grande Fratello.

Il guastafeste sembra essere Conte, che poi a guardar bene è il più democristiano tra i democristiani. Sempre con una via di fuga che eviti il confronto. Ancora sempre lontano dell’antifascismo militante, senza proclami che non siano vaghi appelli ai ceti “che nonarrivanoallafinedelmese”

Mai troppo a sinistra, si sa mai che qualche fascista voti proprio lui invece che la Giorgina…

Azzardo una previsione: non vincerà nessuno e vinceranno tutti.

Spiego meglio: Ammesso e non concesso che si formino realmente due fronti contrapposti, compatti e uniti, cosa che non sembra essere all’orizzonte, non ci sarà nessuno con il 50,1%. La destra canterà vittoria forse per avere il partito con più voti. Il centro canterà vittoria per avere arginato la destra. La sinistra? Non pervenuta, semplicemente assente e naufraga, aggrappata ad un relitto come il grillismo (tradizionalmente nè destra nè sinistra), con una vela smandrappata piena di ciò che negli anni 70 sarebbero apparsi come gruppuscoli extraparlamentari, frangie estremiste da contrapporre a Casa Pound nella leggendaria favola degli opposti estremismi… L’equilibrio tra le fazioni porterà a miti consigli, si smusseranno gli angoli e salteranno fuori i saltimbanchi, come Renzi o Brunetta, a ricucire improbabili maggioranze con il grande regista che muove sempre i fili del teatrino. Sembra un film già visto, con un pizzico di conplottismo a mettere un po’ di pepe nella minestra riscaldata…

Possibile magari trovare un po’ di unità a Sinistra con un concetto di MINIMO COMUN DENOMINATORE ? Cosa resta da fare a noi poveri mortali con ancora un briciolo di speranza?

Io credo che tutto si potrebbe riassumere con un gesto di attenzione: VIGILARE!

Siamo il Paese che ogni anno celebra Falcone e Borsellino come Eroi della Patria, per poi calpestarne la memoria con corruzioni indicibili.

Siamo il Paese dove qualunque medico, alla fine della visita ti chiede se vuoi la fattura o risolvete tra “amici”, ma le denunce si contano forse sulle punta delle dita. Infatti chi mai denuncerebbe il Dottore che magari ci salva la vita? E perché mai poi, se il suo sconto conviene anche a noi?

Eppure tutti noi, se apriamo appena gli occhi, abbiamo sotto il naso vergognose amministrazioni pubbliche locali e nazionali, che appaltano lavori pubblici inutili, se non dannosi, al solo scopo di far lavorare l’amico dell’amico.

Potremmo creare strutture di vigilanza, dove il singolo possa esporre i suoi sospetti e presentare le proprie documentazioni e possa essere assistito per presentare le proprie denunce.

Qui si ha paura di fare una denuncia ai carabinieri perché alla fin fine non sai con chi hai a che fare. Mi riferisco a territori dove le mafie spadroneggiano indisturbate e denunciare l’operato mette realmente a rischio la propria vita. Ma anche a situazioni più banali.

Eppure le nostre giornate sono piene di piccoli soprusi che subiamo passivamente.

Avere una voce che permetta, lentamente, alle piccole voci di noi tutti di diventare un grande grido di allarme, sarebbe un piccolo passo per vincere le elezioni, quelle del 2048, magari…

Non tutti hanno la forza d’animo di Ilaria Cucchi, perciò abbiamo bisogno di organizzazioni che ci diano coraggio. Uno sportello di ascolto del cittadino che funzioni non soltanto in campagna elettorale, per esempio…

Forse è il tempo di costruirle.

Giorgio Mancuso

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