25 aprile 2021: un’azione concreta per la libertà

Nel festeggiare la Liberazione del 25 aprile 1945 sappiamo che il fascismo si riproduce nel tempo e nelle forme, per cui ogni giorno occorre agire per sradicarlo, per prevenirlo, per liberare la cultura e la società da questo delirio di prepotenza.

Oggi c’è un fascismo economico, che impone la dittatura del capitale sull’umanità e sulla natura. C’è un fascismo tecnocratico, che stravolge la vita delle persone e le rende dipendenti dalle decisioni degli algoritmi. C’è un fascismo politico nelle oligarchie, nelle dittature, nelle false democrazie quasi ovunque nel mondo. C’è un fascismo colonialista e razzista che impone alle persone di altri continenti lo sfruttamento, la persecuzione, l’abbandono alle onde del mare o al gelo delle montagne. C’è un fascismo di genere, che ogni giorno umilia e che facilmente arriva anche a uccidere le donne in una catena interminabile di delitti. C’è un fascismo generazionale, che in mille modi sacrifica chi è giovane alle pretese di chi è anziano nella gestione del potere.

C’è poi una zona grigia, dove si è soliti dire che l’antifascismo non ha senso, che il fascismo è morto nel 1945, che chi vuole combatterlo è un settario fuori dal tempo.

In questo contesto ambiguo, che richiede l’impegno per la liberazione su ogni versante della condizione umana, vanno denunciate e contrastate tutte le tendenze ideologiche, le parole, le iniziative che servono a confondere la realtà in nome di una presunta libertà di opinione, o di una malintesa riconciliazione tra fascisti e antifascisti. La riconciliazione può avvenire solo ripudiando ogni forma di fascismo, rispettando la verità storica e la verità morale della dignità umana, aderendo alla giustizia, alla cura del bene comune e alla democrazia.

C’è un criterio molto chiaro per orientarsi su ciò che va promosso e ciò che invece va combattuto: è il criterio dato a tutte e a tutti dai principi e dagli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana. Chi parla e agisce esplicitamente contro di essi non può avere cariche pubbliche o un ruolo di rilievo nell’amministrazione dello stato.

Nelle Marche siamo da tempo di fronte al caso di un sovrintendente scolastico regionale che, in occasione delle feste civili nazionali, manda i suoi proclami alle scuole pieni di affermazioni nazionaliste e militariste che sono contrarie allo spirito e al testo della Costituzione.

“Dipende da Noi” è pronta ad avviare su scala regionale un coordinamento di associazioni, organismi antifascisti, sindacati e forze politiche per una petizione pubblica finalizzata a richiedere al Ministro della Pubblica Istruzione la rimozione, e non certo il trasferimento ad altra sede, di questo dirigente.

Le bambine, i bambini, le giovani e i giovani che vanno a scuola nelle Marche non meritano, oltre a tutte le difficoltà che devono affrontare, di subire simili messaggi, provenienti da quella che dovrebbe essere un’autorità rappresentativa della massima istituzione educativa del Paese.

È un’azione concreta e un segno che non è possibile tollerare prese di posizione e comportamenti che nulla hanno di educativo e di conforme a quella Costituzione che indica le ragioni della convivenza civile in Italia.

Buon 25 aprile!

Il Coordinamento Regionale di “Dipende da Noi”

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