A voi il rimpianto, a noi il futuro

“CHI TE L’HA FATTO FARE?!”, “La politica è una cosa sporca. Perché guastarti lo stomaco?”, “Rispetto i tuoi ideali, ma dà retta a me: investi altrove le tue energie!”. Le nostre Candidati e i nostri Candidati alle elezioni regionali 2020 avranno forse incontrato, insieme a riconoscenza e apprezzamento, anche queste obiezioni quando hanno deciso di comunicare ad amici, conoscenti e concittadini l’intenzione di partecipare alla lista di impegno civile Dipende da Noi. Sappiamo, come ben dimostra il referendum sul taglio dei parlamentari (a cui, per inciso, voteremo NO con convinzione), che la politica rappresentativa è ormai percepita da molti come luogo di perdizione, inganno e ipocrisia.

Scegliere di candidarsi e avvicinarsi alle istituzioni viene visto talora come un atto inconsulto o come un’ambizione poco limpida, perché – si sa – la politica “è tutto un mangia mangia”. Chi, dentro Dipende da Noi, ha deciso dopo alcune esitazioni di rompere gli indugi e accettare l’invito di altri a dare un contributo diretto alla vita civile nella nostra regione, è consapevole delle incomprensioni che la/lo aspettano. Sa anche che la propria dignità di persona e cittadina/o non può farsi oscurare da luoghi comuni e pregiudizi. Proprio perché la politica rappresentativa è in profonda crisi diventa necessario mettere in circolo valori ed energie pulite. Le istituzioni devono fare spazio all’impegno dei marchigiani, al fine di ricomporre la frattura che ha allontanato negli anni la politica dai territori in maniera quasi irreparabile. Candidarsi, in questo periodo storico attraversato da tante inquietudini e sfiducie, significa rischiare in prima persona, metterci la faccia, contrastare con competenza e sensibilità la deriva della democrazia in nome dei diritti e del bene di tutte/i.

“Chi te lo fa fare?”: siamo partiti da qui, da questa domanda insidiosa e poco innocente. Come rispondere in maniera netta e lucida evitando lo sconforto e la negatività che tendono a soffocare il desiderio di una vita collettiva liberata? Ecco, la risposta è molto facile: vogliamo piantare il seme di una trasformazione che nessuno potrà fare al nostro posto. Non intendiamo contribuire, con la nostra assenza dagli spazi pubblici, a chiudere ogni varco di respiro per le odierne e future generazioni. Nulla temiamo più del rimpianto, nulla desideriamo maggiormente di un FUTURO DA COLTIVARE con responsabilità, rispetto e passione. Per questo i nostri candidati donano tempo, energie e conoscenze mettendoli in comune. La sfiducia si vince solo seminando insieme il terreno della democrazia. Il cinismo, al contrario, nutre tutti i poteri costituiti e li rafforza. Aiutateci, quindi, a tenere duro senza perdere la tenerezza.

Paolo Bartolini

 

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