In lizza per il Quirinale abbiamo il tandem infernale Berlusconi/Draghi (a parte i soliti nomi che girano da una vita, tutti di taglio “democristiano”). Proprio quello che ci vuole per rilanciare la fiducia delle italiane e degli italiani nelle istituzioni! Il momento è giunto: affondare il coltello nella piaga della nostra democrazia moribonda, e poi governare sfruttando il caos scatenato dal protocollo “Covid e vile attesa”. Oggi è chiaro che trovare un vaccino per difendere la Repubblica e la Costituzione dal virus neoliberista, non è la priorità per le forze politiche che rappresentano metà Paese (l’altra metà si compone di astenuti che non si sentono rappresentati da nessuno).

Ecco allora uno scenario realistico per la nostra Italia povera di cultura e di opposizione: crescerà il partito dell’astensione, nascerà qualche movimento incentrato completamente sulla contestazione dei dispositivi di controllo adottati durante la pandemia (con silenzi imbarazzanti sul conflitto capitale/lavoro e sugli aspetti strutturali che attengono all’emergenza sanitaria e democratica), il centro-sinistra continuerà a invocare moderazione per fare fronte al peggio (che è già qui anche grazie al PD), si sfalderanno le ultime forme di solidarietà e ne nasceranno di nuove, nonostante tutto. Noi possiamo essere quel “nonostante tutto” e per farlo dovremo avere pazienza e coraggio, senza cedere alla tentazione di aderire alla narrazione mainstream del presente e a quella populista che la conferma per opposizione. Tempi oscuri, sull’orlo del baratro. Chi non sa danzare sopra l’abisso faticherà a mantenere un equilibrio sufficiente.

Post-scriptum: A scanso di equivoci, e a titolo personale, voglio specificare che quel nonostante tutto deve nutrirsi della comprensione profonda della crisi sistemica in corso e degli errori mastodontici fatti “a sinistra” prima e durante l’evento pandemico/sindemico. Sorvolare sull’ambiguità del dispositivo del Green Pass, senza vedere in esso un pericoloso precedente, oltre che una misura fallimentare impossibilitata a ridurre i contagi (in molti lo sanno e lo dicono da tempo, inascoltati), ha impedito ad alcuni di cogliere le coordinate di un disagio diffuso che è dovuto, in buona parte, alla gestione ideologica dell’emergenza da parte di un governo innamorato solo della propria immagine. Disagio che affonda nella percezione, spesso oscura, delle contraddizioni che caratterizzano il tecno-capitalismo. Chiarire questa sofferenza che si agita sotto traccia, e talora esplode in maniera confusa, è compito di una forza democratica capace di intelligenza, visione e ascolto empatico. Le guerre tra tifoserie opposte e fanatiche servono solo al potere.

Paolo Bartolini

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