SINISTRA è una parola che assume un senso viscerale in politica, muovendo passioni e rischiando spesso di cadere nella difesa identitaria di una bandiera. Dipende da Noi rappresenta una sinistra etica, una sinistra diffusa, culturale e concreta che ha a cuore la solidarietà, la giustizia, il progresso civile e la conservazione sapiente degli equilibri che rendono possibile una vita dignitosa per tutti. Riteniamo comunque, con uno slogan facile da ricordare, che “sinistra è chi sinistra fa”. In particolare le nuove generazioni hanno bisogno di incontrare pratiche emancipative, partecipate e plurali dove i nomi dei fenomeni contino molto meno della sostanza.

Quanti negli anni si sono detti “di sinistra” per poi abbracciare senza vergogna una visione del mondo disegnata dai centri di comando neoliberisti? Che ce ne facciamo dei segni identitari se non diamo corpo alle differenze, ascolto all’insofferenza, seguito alle promesse? Ecco perché dirci di sinistra non esclude affatto la necessità di rivolgerci a tutti, ai marchigiani nel loro complesso, quelli che vorremmo riavvicinare ai principi della Costituzione italiana in vista di una sua effettiva attuazione. Nessuno deve rinnegare la propria storia per prendere parte all’avventura di Dipende da Noi. La ricchezza delle diverse provenienze è un patrimonio da valorizzare, soprattutto in un passaggio storico come quello odierno che richiede di andare oltre gli steccati ideologici per ricomporre un’idea di CONFLITTO generativa e non distruttiva. Non potremo mai recuperare terreno rispetto al neoliberismo se non creiamo le condizioni per un’alleanza di ampio respiro con le nuove e vecchie generazioni. La parola “sinistra”, in questo senso, deve essere coerentemente testimoniata più che utilizzata per riconoscersi la mattina allo specchio. Essere di sinistra oggi, in definitiva, vuol dire impegnarsi per un superamento del sistema e delle sue logiche che sia graduale e profondo. Oltre il riformismo e il rivoluzionarismo violento c’è la via della trasformazione, l’unica che spaventa il potere e i suoi zelanti funzionari.

Paolo Bartolini

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