Programma Massimo D’Este e Tolentino Città Aperta

Civico 22 – Dipende da Noi – Partito Democratico – Tolentino Rinasce

Ascolto, partecipazione, condivisione.
Il programma politico del candidato sindaco Massimo D’Este è il risultato del confronto con varie realtà del territorio e dell’elaborazione politica svolta nel lavoro di coalizione. Tutte le proposte che vi sono formulate danno risalto ai suggerimenti e ai consigli della popolazione coinvolta, verso cui ci siamo posti in ascolto; sono frutto di analisi realistiche basate su dati, documenti, e condizioni attuali di Tolentino. Il nostro impegno primario è di promuovere tutto ciò che è nelle nostre possibilità realizzare, senza ingannare i cittadini con progetti irrealizzabili.
Il mandato amministrativo del candidato sindaco Massimo D’Este sarà caratterizzato da un totale ribaltamento della prospettiva di gestione della città rispetto agli ultimi due mandati. Verranno riattivati tutti i canali di partecipazione della cittadinanza, dalle consulte ai comitati di quartiere e di contrada e alle realtà associative comunali, per un reale coinvolgimento nelle scelte strategiche per la città. Si passerà da una gestione basata sul ‘controllo’ e sulle decisioni calate dall’alto, ad una di condivisione, incentrata sulla trasparenza dell’azione amministrativa e sull’impegno del sindaco e degli assessori, che saranno i motori delle attività sul territorio per una città finalmente inclusiva, rispettosa e attenta ai bisogni dei propri cittadini e di quanti vi si rechino per lavoro o per svago.
Le priorità dell’azione amministrativa sono:
IL DIRITTO ALLA SALUTE, per la restituzione alla comunità tolentinate di servizi sanitari efficienti, adeguati ai bisogni della popolazione, e per lo sviluppo della medicina di prossimità
LA SCUOLA, per la ricostruzione delle SCUOLE danneggiate dal sisma, per dedicare spazi e occasioni ad uso e a vantaggio delle scuole, per gli studenti e le studentesse, per la centralità che il loro percorso educativo riveste nella costruzione del futuro, personale e della città, per ricucire il tessuto sociale compromesso dal sisma
LE COMUNITÀ ENERGETICHE, per la produzione di energia in modo sostenibile e condiviso, i cui guadagni vadano a beneficio della comunità e non dei privati
LA CULTURA, in un’ottica autenticamente rifondativa di RETE, di VALORIZZAZIONE delle realtà culturali esistenti, di APERTURA ad attività innovative e a esperienze che possano rivitalizzare un tessuto culturale reso asfittico talora da mancanza di cura, tal altra dall’invadenza della sfera politica
UNA CITTÀ FONDATA SUL LAVORO, per riportare al centro dell’azione amministrativa l’attenzione concreta ai bisogni delle attività produttive, commerciali e professionali del territorio
IL SOCIALE È DI TUTTI, per una declinazione delle politiche dell’inclusione in termini di progresso e vantaggio per tutta la popolazione cittadina, per un accesso facile ed integrato ai servizi, agli spazi pubblici, per la consapevolezza che le condizioni di fragilità presentano aspetti diversi, che possono riguardare tutti in qualche momento dell’esistenza
URBANISTICA E AMBIENTE, per una gestione integrata del territorio, delle sue qualità e delle sue criticità, che vanno affrontate e gestite in una prospettiva di sostenibilità ambientale ed economica, sempre in esclusivo collegamento con i reali bisogni della cittadinanza, presenti e futuri.

IL DIRITTO ALLA SALUTE E IL FUTURO DELLA SANITÀ LOCALE

TOLENTINO MODELLO INTEGRATO DI SERVIZI TERRITORIALI
Di fronte a un preoccupante calo delle nascite, all’invecchiamento della popolazione, alla fuga dei giovani, all’aggravarsi di patologie di tipo psichiatrico, aggravate dalle condizioni di vita dopo il terremoto, dall’isolamento e dal covid, di fronte alla gravità di patologie come i tumori, l’Alzheimer, le malattie cardiovascolari ecc. l’assenza totale di servizi immediati è un fattore gravissimo e prioritario da affrontare e risolvere nell’immediato.
Il finanziamento
Per i finanziamenti sarà necessari attingere anche a quelli del Sistema Sanitario nazionale e Regionale, oltre ai fondi già ottenuti post sisma per la Ricostruzione per finanziare totalmente la nuova struttura ospedaliera locale e i fondi del PNRR.
Lo stato attuale
La città di Tolentino rientra tra le città in possesso degli standard strutturali territoriali richiesti per ospitare una “Casa di comunità”, l’AGENAS – Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali- ha individuato ben 1288 “Case della salute” in Italia, di cui 32 nelle Marche. tra di esse vi è Tolentino.
Ha inoltre ricevuto dall’ASUR l’autorizzazione e l’accreditamento per ospitare una offerta sanitaria che include sia i servizi tipico della “Casa di comunità”, sia quelli propri dell’Ospedale di comunità.
Il futuro
Quindi Tolentino ha tutte le condizioni per progettare e garantire un’offerta sanitaria adeguata ai bisogni del territorio. Per fare questo la nuova amministrazione dovrà essere più sensibile ed attenta in particolare alla programmazione nazionale e alla programmazione sanitaria regionale.
Oggi A Tolentino la nuova struttura è classificata come “Ospedale di Comunità” quindi polo strategico per il territorio con 50 posti letto per attività residenziale per malati cronici e assistenza medica del personale del SSN e anche come “Casa di comunità” per attività di specialistica ambulatoriale, diagnostica, servizi domiciliari sia di primo livello che di secondo livello. Quindi ha la possibilità di un’offerta che sarà in grado di coniugare e far convivere insieme i servizi propri della casa della comunità con quelli dell’ospedale della comunità ovvero un modello di intervento multidisciplinare, di progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria, e diventare lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti sul territorio, in particolare ai malati cronici.
Tolentino può essere un laboratorio innovativo dell’offerta sanitaria moderna dove poter fornire tutti i servizi sanitari di base anche attraverso il personale medico previsto dalla normativa attuale anche in collaborazione con i Medici di Medicina Generale e il Pediatri di Libera scelta, gli infermieri di famiglia, gli specialisti ambulatoriali e gli altri professionisti sanitari quali logopedisti, fisioterapisti, dietologi, tecnici della riabilitazione e altri.
La figura chiave, accanto al personale medico dipendente, nella nuova, poliedrica, struttura sarà l’infermiere di famiglia, figura già introdotta dal Decreto-legge n. 34/2020 che, grazie alle sue conoscenze e competenze specialistiche nel settore delle cure primarie e della sanità pubblica, diventa il professionista responsabile dei processi infermieristici in famiglia e Comunità. Saranno fondamentali per il potenziamento dell’ADI, assistenziale domiciliare integrata, prevedendo l’attivazione di una vera e propria rete comunale che possa rappresentare una valida alternativa, nei limiti del possibile, all’assenza di posti letto di degenza in Città.
La Casa della Comunità/Ospedale della Comunità di Tolentino dovrà essere finalizzata a costituire il punto di riferimento continuativo per la popolazione, anche attraverso un’infrastruttura informatica, un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica, e ha il fine di garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento, anche dell’entroterra e dei comuni limitrofi come era prima del sisma. infatti i servizi sanitari di Tolentino garantivano un’assistenza a circa 40.000 persone.
Tra i servizi inclusi sarà previsto, in particolare, il Punto Unico di Accesso (PUA) per le valutazioni multidimensionali (servizi sociosanitari) e i servizi dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari secondo un approccio di medicina di genere. Potranno inoltre essere ospitati servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziani e fragili.
Ci impegneremo a sostenere concretamente le famiglie e i malati di Alzheimer malattia che purtroppo colpisce non solo persone anziane, ma anche giovani e i malati di demenza senile oggi abbandonati a se stessi e costretti a sostenere dei pesi insopportabili dal punto di vista economico, fisico e psichico. È necessaria attrezzare una struttura idonea, specializzata ed esclusiva con personale specializzato e qualificato a sostegno dei bisogni dei familiari e dei malati situata in un edificio accessibile al pianoterra e arredata adeguatamente. 

COMUNITÀ ENERGETICHE RINNOVABILI: PRODUCI, CONDIVIDI, RISPARMIA

Aspiriamo ad un modello diverso di produzione dell’energia che sia sostenibile economicamente e dal punto di vista ambientale, e i cui guadagni e risparmi ricadano su tutti noi tolentinati”. Massimo D’Este

L’AZIENDA SPECIALE DEI SERVIZI MUNICIPALIZZATI
L’ASSM deve funzionare come una municipalizzata. Deve essere un’azienda al servizio della città, che investa nei servizi a favore della comunità, migliorando le reti, come quella idrica.
L’azienda andrà ad ampliare l’attività che già porta avanti in termini di produzione di energia, secondo un percorso virtuoso che si avvalga delle opportunità date dai bandi e dai fondi pubblici disponibili, in coerenza con le politiche nazionali sul risparmio energetico, sull’energia sostenibile e sulla transizione ecologica.
In particolare si darà attuazione alla normativa nazionale sulle comunità energetiche. Le comunità energetiche saranno progettate per produrre energia attraverso nuovi impianti, senza dismettere quelli già presenti a Tolentino, a garanzia dell’AZIENDA SPEC ottimizzazione delle risorse già disponibili e in un’ottica di incremento della produzione, per ottenere l’obiettivo dell’indipendenza energetica.
Le Comunità energetiche rinnovabili (REC), ispirate dalla Direttiva europea RED II 2001/2018 e recepite già nel 2019 dalla normativa nazionale, sono associazioni di cittadini, imprese ed enti locali che decidono di unirsi con l’obiettivo di dotarsi di impianti per la produzione, l’autoconsumo e la condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili, con una evidente e importante ricaduta sulla sfera sociale ed economica. La ASSM può essere il soggetto attuatore di tale obiettivo strategico della città, realizzando una nuova modalità di pensare la produzione e la condivisione di energia a livello locale, unendo l’aspetto dell’ecosostenibilità con quello della sostenibilità economica.
Gli impianti fotovoltaici possono essere installati su qualunque tetto o infrastruttura prevista dalle norme vigenti, sia essa privata o pubblica, incluse aree non edificate, tetti di edifici pubblici, serre ed edifici agricoli. L’obiettivo è quello di ottenere risparmi per il cittadino-utente, che possono arrivare al 30% della bolletta.
Le terme di Santa Lucia.
Le terme costituiscono un centro importante per varie attività, come la medicina sportiva, e di possibile attrazione turistica, come il servizio termale. Sia l’attività del poliambulatorio sia quella del servizio termale saranno potenziate attraverso l’utilizzo degli edifici che il Comune ha già acquisito, fra cui l’ex Hotel Marche, che offrirà i servizi di accoglienza e residenziali a supporto dell’attività termale e medica.

UNA CASA PER GLI STUDENTI IN CENTRO STORICO

“La scuola è uno dei primi ambienti fisici e culturali per educare e sviluppare il talento di ognuno e formare la propria identità. È un passaggio insostituibile per i nostri ragazzi, come insostituibile è il legame tra le realtà educativo–scolastiche del territorio al fine di predisporre un percorso formativo non solo basato sulla qualità, ma anche sulla continuità. In quanto candidato Sindaco della coalizione di centro–sinistra “Tolentino Città Aperta” e padre, sono cosciente di come la scuola non sia un semplice argomento elettorale, ma rappresenti il futuro non solo dei nostri figli ma della stessa Tolentino”. Massimo D’Este

La priorità dell’amministrazione è di far sì che gli studenti abbiano sedi adeguate, dignitose e sicure in attesa della costruzione del Campus delle scuole superiori che, ormai è noto, non avverrà prima di parecchi anni. La scelta di portare studenti e studentesse in periferia in piena zona commerciale, situazione in cui si trovano da ben cinque anni, non può essere ulteriormente perseguita. Visto il contributo assegnato al Comune per la riparazione delle scuole, è necessario  e indifferibile recuperare gli edifici già esistenti e perfettamente integrati nel tessuto urbano del centro storico di Tolentino.
Scuola Don Bosco.
Il Villaggio Scolastico è un complesso dotata di ampio giardino e palestra, di proprietà comunale, che l’amministrazione uscente non intende recuperare e mettere in sicurezza per conservare l’attuale destinazione di contenitore scolastico, adducendo a motivo di non avere a disposizione fondi per il recupero e sostenendo che ricostruire la scuola altrove, cioè in periferia, realizzerebbe un risparmio pari a 600.000 €. Tale analisi costi-benefici trascura che:
1) La scuola Don Bosco ha una superficie utile di 5100 mq più il giardino, più la palestra, mentre la nuova costruzione sarà di circa 2500 mq, cioè sarà più piccola della metà;
2) L’edificio di proprietà comunale, non recuperato, perderebbe valore anche in caso di futura vendita a privati.
3) Il programma prevede una ulteriore scelta senza alcun criterio: acquistare per 1.199.000,00 euro l’edificio “Ex Pie Venerini”, che deve essere adeguato sismicamente, quindi con ulteriore dispendio di fondi pubblici, per l’utilizzo come sede della scuola materna Bezzi e di due sole classi della scuola primaria.
Non sfugge l’irragionevolezza, la frammentazione del panorama scolastico che ne deriverebbe, privando il centro storico di una grande realtà scolastica e culturale come l’attuale Villaggio Scolastico.
La programma politico di “Tolentino Città aperta” prevede il recupero dell’edificio Don Bosco e la conservazione della sede sede scolastica nel Centro storico.
I.I.S. Francesco Filelfo
Istituto di istruzione superiore, sede dei licei, è una realtà scolastica di qualità eccelsa grazie al personale docente e scolastico, costretto tuttavia a lavorare in condizioni inaccettabili, in una sede provvisioria e che manca totalmente degli standard minimi di una scuola. L’istituto, dopo cinque anni di precarietà, un intero ciclo scolastico, che ha visto oltremodo penalizzati gli studenti e le studentesse, è ormai in grave sofferenza quanto a iscrizioni.
Il programma politico di Tolentino città aperta prevede l’immediata individuazione di strutture idonee per riportare gli studenti in centro storico. Tali strutture possono essere individuate tra le presenti nel territorio comunale, privilegiando quelle aventi già idonea destinazione d’uso scolastico, tra quelle meno lesionate dal sisma e quindi con scheda AEDES B (edifici temporaneamente inagibili, come ad esempio la Scuola Don Bosco), o scheda AEDES C (edifici parzialmente inagibili, come ad esempio l’ex sede dei Licei). In entrambi i casi, è possibile rendere fruibili le strutture scolastiche sopra indicate con interventi di messa in sicurezza e di ristrutturazione entro un tempo ragionevole, prevedibilmente contenibile nel novero di alcuni mesi.
Allo stato dei fatti dunque, la grave situazione che riguarda i licei richiede una doppia soluzione: una provvisoria, ma dignitosa e sicura, per gli anni che separano dalla costruzione del Campus, e una definitiva, con la realizzazione del progetto del Campus in zona Pace. Tale doppio binario è inevitabile a causa delle scelte della amministrazione uscente, che avrebbe potuto e dovuto aver già studiato, negli anni precedenti, soluzioni idonee ad evitare i disagi che si sono avuti, soprattutto in considerazione dei tempi di realizzazione di un’opera pubblica così importante come il “Campus”.
Il programma politico di “Tolentino Città aperta” prevede il recupero dell’edificio degli ex-Licei come sede transitoria per la ricostruzione a venire delle varie realtà scolastiche tolentinati.

TOLENTINO E LA CULTURA
Cultura ossia memoria, creatività, educazione alla lettura, educazione alla conservazione, educazione alla fruizione e alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale della città
Non è più pensabile una politica culturale autoreferenziale, è indispensabile imparare a fare rete sia perché le attuali e prossime generazioni possano beneficiare di questa ricchezza sia perché la comunità dei cittadini riconosca di farne parte attiva e se ne prenda cura direttamente attraverso la mediazione, la promozione e l’assistenza tecnica e finanziaria di una amministrazione inclusiva e non selettiva.
La tutela del patrimonio è il primo requisito necessario volto ad individuare i beni del patrimonio culturale e a garantirne la protezione e la conservazione al fine della pubblica fruizione sotto la supervisione delle Sovrintendenze dei beni culturali. In questa ottica andranno fatti un censimento e una ricognizione dei beni di proprietà comunale situati prima del sisma nella sede del Comune e a Palazzo Parisani Bezzi, oltre che di tutti i beni mobili della Basilica di san Nicola e dei musei connessi ad essa ora sistemati in locali provvisori o altrove in depositi.
A questo scopo sarà necessario un polo museale gestito da personale qualificato che abbia conoscenza delle collezioni in esso racchiuse e sia formato ed informato per la gestione di nuovi livelli di qualità richiesti per i musei.
Tra i musei si ritiene indispensabile la creazione di una Pinacoteca considerato il ricco patrimonio di opere di grandi artisti anche locali.
Questi obiettivi verranno raggiunti grazie alla selezione del progetto migliore tra quelli che verranno proposti in risposta a un bando pubblico aperto a tutti.
Inoltre puntiamo al sostegno concreto alle tante associazioni e scuole che ogni anno, nonostante le difficoltà, promuovono eventi e attività attraverso la “ricostituzione” di una vera COMMISSIONE CULTURA che veda la partecipazione di tutte le realtà che si occupano della cultura, da quelle musicali a quelle divulgative e quelle che promuovono eventi, per il coordinamento delle iniziative, la reperibilità di fondi e la formulazione di proposte per la città.
Archivio storico e Biblioteca Filelfica
Tolentino possiede un patrimonio documentale archivistico di enorme valore attualmente collocato nei locali in Largo Fidi danneggiati dal terremoto sede della Biblioteca Comunale, dell’Archivio Storico e del Fondo storico. Dal sisma, a parte la creazione di una sala di lettura presso la ex Centrale del Ponte, tutto è rimasto fermo. Libri caduti a terra, documenti sparsi e nessuno che si sia dato la pena di rimetterli al loro posto. È assolutamente necessario che sia trovata una soluzione in quanto l’ente proprietario di questo patrimonio, ossia il comune, è per legge direttamente responsabile della sua conservazione e fruizione. Tutto il materiale va sistemato in locali adeguati per la cui reperibilità e adeguamento sarà fatto un bando pubblico (già proposto all’attuale amministrazione) per il reperimento dei locali in Centro Storico con la supervisione di personale esperto della Sovrintendenza libraria e archivistica in attesa dei lavori di miglioramento sismico dell’edificio danneggiato per ridare ai cittadini un luogo di lettura di studio di ricerca e di iniziative culturali idonee. 
Oltre alla riattivazione della struttura si intende quindi dar vita a una Biblioteca funzionale alla costituzione di rapporti tra i membri della comunità, anche attivando l’interesse della cittadinanza nella direzione della consultazione o della partecipazione a eventi di studio e conferenze. Saranno promosse in tal senso anche piccole biblioteche di quartiere messe a disposizione delle scuole, creando disponibilità di spazi e calendari per attività organizzate dai nostri istituti.
Cultura come partecipazione attiva e in rete
Poiché siamo convinti che una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita culturale porti a un maggiore benessere sociale l’amministrazione comunale dovrà valorizzare tutte quelle realtà dagli oratori alle associazioni ai centri sportivi grazie alla messa a disposizione di strumenti tecnici e delle competenze degli uffici comunali. A questo scopo è indispensabile e corretto che la Pro Loco e le associazioni che attualmente gestiscono le attività culturali per il comune siano aperte, trasparenti coordinate con le associazioni private per realizzare i propri obbiettivi a favore di tutti.
Al centro della politica culturale ci deve essere la creazione di una fitta rete di relazioni tra le persone, un investimento sul clima di fiducia che possa generare spazi per le energie creative, coltivare il desiderio di inclusione e abbia come orizzonte la costruzione di una società più consapevole, aperta e libera. La spesa per la cultura deve diventare spesa di investimento con lo scopo di coltivare buone relazioni, includere chi rischia la marginalizzazione, coltivare lo spirito di comunità. Non possiamo dimenticare o fare a meno di non vedere la diffusione a volte allarmante tra i giovani e gli adolescenti di droghe e l’abitudine ad un eccesso di sostanze alcoliche Per questo è importante anche REALIZZARE NUOVI SPAZI DI AGGREGAZIONE, in ogni quartiere, da utilizzare anche per performance e spettacoli dal vivo, in modo da offrire a tutti esperienze di conoscenza, di cultura, di divertimento, superando barriere culturali, generazionali, linguistiche, riducendo distanze, disuguaglianze, aggressività e i conflitti. Per la gestione di questi spazi potranno essere coinvolte le associazioni e anche i giovani del servizio civile.

Cultura del cibo e dei prodotti agricoli a km zero e tipici delle nostre campagne come l’olio e il vino dei comuni limitrofi.
Anche le nostre produzioni enogastronomiche fanno parte della nostra cultura per cui la collaborazione con i sindacati di categoria, gli agricoltori e gli imprenditori agricoli sarà un obbiettivo da portare avanti per la loro valorizzazione delle produzioni locali coinvolgendo anche i comuni limitrofi, gli agriturismi, i bed&breakfast, i ristoranti per attivare forme di cooperazione e per la promozione di manifestazioni di rilevanza culturale e turistica, in grado di educare la popolazione a una cultura culinaria focalizzata sul territorio e sulla produzione locale.
Anche lo sport è cultura
Non possiamo dimenticare l’importanza delle organizzazioni sportive che arricchiscono la partecipazione di giovani e non giovani alle attività legate allo sport o alle attività non agonistiche, ma rivolte alla cura del corpo. Tolentino Città Aperta punta all’istituzione di tavoli di confronto permanenti anche con le associazioni sportive, sempre in un’ottica che veda l’amministrazione come facilitatrice nell’organizzazione di eventi anche nelle aree pubbliche della città, a partire da piazze e strade.

TOLENTINO FONDATA SUL LAVORO

“TOLENTINO CITTÀ APERTA”, propone di rimettere al centro del dibattito politico e dell’attività amministrativa la possibilità di un’occupazione lavorativa per tutti i cittadini. E’ nostro intento cooperare per riattivare il tessuto imprenditoriale, artigianale, commerciale e favorire la piena occupazione, coscienti, comunque, che un’amministrazione comunale non può incidere in modo determinante e rivoluzionare il mercato del lavoro. Tuttavia, alcune semplici azioni in merito alla formazione del personale, alla riduzione dei costi di gestione delle attività economiche con interventi sulle contribuzioni dovute al Comune e la diversa gestione dell’ASSM possono condurre ad un riavvio e ad una ripresa della vivacità economica e lavorativa che ha sempre contraddistinto Tolentino”. Massimo D’Este

Agevolazioni al commercio
Sarà necessario portare all’attenzione nuovamente tutte quelle piccole attività commerciali che continuano a soffrire la presenza ingombrante dei grandi marchi del commercio, cercando di:
1) prolungare ad un’ora, dalla mezz’ora attuale, la sosta gratuita per i parcheggi in centro, prevedendo stalli di sosta a disco orario, ora inesistenti, e stalli dedicati ai residenti sforniti di garage;
2) ridurre la TARI per le attività commerciali che si sono dimostrate particolarmente virtuose nella gestione in materia di sostenibilità e del riciclo dei rifiuti durante l’esercizio della propria attività;
3) gestire più attentamente la rete commerciale dei quartieri, soprattutto del centro, per consentire una distribuzione del servizio commerciale di prossimità e di richiamo turistico;
Informazione e occupazione
Nell’era dell’informazione, è di primaria importanza accedere con facilità ai bandi di livello nazionale ed europeo che possano dare la possibilità ai partecipanti di incrementare la propria attività economica ed investire nel territorio. Pertanto, si dovranno:
1) realizzare iniziative formative per dirigenti, impiegati degli uffici delle aziende e comunali e delle attività produttive sulla modalità di accesso ai bandi nazionali ed europei, per indirizzare gli investimenti economici, per ampliare ed innovare le proprie attività.
2) istituire delle giornate di formazione per l’inserimento nel mondo del lavoro, soprattutto locale e la futura coscienza lavorativa dei giovani. Tali giornate saranno a carattere periodico; dovrà esserne data adeguata pubblicità nel territorio, in accordo con gli Istituti professionali e tecnici ed i Licei.
3) assumere un professionista esperto che aiuti l’amministrazione ad individuare e partecipare a bandi di finanziamento, con particolare attenzione ai bandi per accedere ai finanziamenti europei. 
Costruire meno, valorizzare di più
Contestualmente è imprescindibile, ai fini di una vincente strategia per le politiche del lavoro, valorizzare le competenze del nostro distretto economico manifatturiero, riuscendo ad attirare investimenti anche esterni affinché la conoscenza artigianale di Tolentino possa perdurare ed essere trasmessa anche alle nuove generazioni ed a nuove realtà produttive anche di respiro più ampio.

IL SOCIALE È DI TUTTI: L’impegno civile per una Tolentino più inclusiva

Il lavoro è dignità; è fondamentale creare opportunità di accesso al lavoro anche per le fasce più deboli della popolazione. L’attenzione e l’impegno sociale passano anche dalla creazione di  opportunità affinché i soggetti con fragilità possano acquistare sempre più autonomia. Ancora una volta, il Comune deve essere in grado di intercettare bandi ed essere disponibile verso le famiglie che hanno bisogno di integrare i propri affetti, facilitando così un percorso di auto sostegno.
Chiunque può avere bisogno di sostegno in momenti delicati e di difficoltà, come nel caso di parenti affetti da Alzheimer o non completamente autosufficienti. Il Comune deve e può creare le condizioni affinché si realizzino progetti sempre più inclusivi in grado di intercettare i bisogni di tutti i cittadini”. Massimo D’Este

Progetti scolastici e politiche giovanili

Su segnalazione del corpo docente tolentinate, prendiamo atto di una notevole difficoltà nel raccordare i vari soggetti che ruotano intorno al bambino e all’adolescente. Ci si riferisce ai servizi offerti dalla Asl, dai Servizi sociali comunali, dall’Ambito territoriale sociale XVI, che debbono costantemente interagire con le famiglie. Intendiamo proporre Tavoli permanenti, nei quali si possa parlare di vulnerabilità. Attività, sostegni ed aiuti debbono essere di facile accesso per ogni famiglia, italiana o straniera. A questo proposito si dovranno attivare:

  1. Un servizio d’interpretariato in ambito scolastico.
  2. Dei progetti di volontariato e d’impegno sociale in ambito scolastico. Si tratta di progetti mirati in base alle età e alla finalità, per far conoscere cosa sia il volontariato, quanto sia formativo e come possa cambiare la vita sia di chi dà che di chi riceve. Tanto più che progetti del genere valgono anche come crediti formativi scolastici.
  3. Passeggiate ecologiche per la pulizia delle aree verdi della città o visite scolastiche alla casa di riposo, con possibilità di laboratori creativi.
  4. Progetti formativi scolastici attraverso patti di comunità, tra cui programmi di formazione sui diritti degli studenti, rispetto dei diritti umani, dell’identità di genere, inclusione e rispetto di ogni diversità, formazione specifica contro la violenza di genere, progetto Alzheimer (tra i primi che s’intende realizzare per porre l’attenzione ad una realtà del tutto trascurata nel nostro territorio), tutela dell’ambiente e sviluppo delle energie sostenibili e molto altro.
  5. Delle agorà degli studenti in aperto confronto con l’intera giunta, in diretta video disponibile su canali ufficiali e istituzionali, affinché il confronto con i rappresentanti degli studenti sia proficuo e porti frutti. A questo proposito si dovrà realizzare un programma di interventi dei Consigli comunali dei ragazzi a cadenza fissa non eludibile dall’amministrazione.

Tra edifici e piazze: gli spazi per i nostri giovani
La vita di una comunità è anche la vita delle giovani generazioni che hanno diritto per questo a degli spazi ed a nuclei operativi funzionali alle attività che verranno pensate da loro. A questo fine vogliamo potenziare l’Informagiovani della città. 
Nel periodo in cui questo servizio fece capo al Glatad, veniva utilizzato in parte con finalità preventive. Tale struttura potrebbe anche affiancare le giovani generazioni nella gestione di spazi autogestiti. 
Purtroppo ci sono potenzialità inespresse e che non possono soddisfare tutti gli interessi della cittadinanza, come il centro “La sorgente”. Favoriremo l’integrazione in un’unica rete i servizi cittadini da mettere a disposizione di tutti, anche con funzionalità di assistenza e sostegno, come per i malati psichiatrici.
Famiglie ed inclusione sociale
Su questo tema abbiamo un programma serrato non rinunciabile. Il sostegno alle famiglie e a favore dell’inclusione sociale è un’impellenza in ogni comunità civile. Per questo proponiamo:
1) Una Banca del Tempo in cui libere Associazioni si incontrino e mettano a disposizione il proprio tempo per risolvere i piccoli problemi quotidiani.
2) L’istituzione di uno Sportello e Telefono Amico per famiglie in difficoltà. Per alcuni ambiti di disagi l’approccio iniziale sarà solo quello dell’ascolto, per poi indirizzare gli utenti verso le strutture e le Associazioni sociali preposte.
3) Un fondo di solidarietà. Può essere istituito con parte delle indennità amministrative, aperto a donazioni, per contribuire ai bisogni di particolari categorie e soggetti in difficoltà.
4) Locazioni a canone concordato, dato anche il particolare momento di fragilità economica e sociale del territorio.
5) La residenzialità in comunità per anziani, con abitazioni indipendenti in cui possano mantenere relazioni familiari e, d’altra parte, condividere spazi e servizi. L’assistenza, invece, di anziani autosufficienti dev’essere in generale rivolta prioritariamente a potenziare il servizio domiciliare.
6) La realizzazione di una speciale unità di cura per soggetti affetti da Alzheimer.
7) L’istituzione, anche nell’ambito della casa di riposo, di un’unità speciale di cura per soggetti affetti da patologie degenerative, capace di fornire un tipo di assistenza più qualificata e specifica rispetto allo standard tradizionale delle strutture residenziali. Si ritiene, altresì, di fondamentale importanza progettare e arredare strutture residenziali e diurne con soluzioni che abbiano, da un lato un impatto positivo sul benessere psico-fisico degli ospiti e dall´altro sulla operatività del personale stesso.
8) La contestuale individuazione di attività e spazi operativi interni ed esterni con funzione evocativa-protesica-riabilitativa per i bisogni specifici di questa fascia di assistiti, come ad esempio il “giardino della memoria”.
9) L’abbattimento delle barriere architettoniche cittadine mediante un Piano comunale, in collaborazione con famiglie e associazioni, per individuare e risolvere tali emergenze. Un Comitato di cittadini volontari (formato da adulti, giovani e giovanissimi) potrebbe occuparsi d’individuare, tramite “Passeggiate senza barriere”, le varie difficoltà d’accesso che la nostra città presenta, per  segnalarle all’Amministrazione comunale. 
10) Il potenziamento della Consulta delle donne coinvolgendola realmente nei processi decisionali che riguardano la vita della città. Di fondamentale importanza una sistematica collaborazione e l’interscambio di idee ed iniziative con l’Osservatorio di Genere della Provincia di Macerata.
11) Il ripristino della Consulta degli Immigrati.
12) La concessione della Cittadinanza onoraria ai giovani stranieri nati in Italia e residenti nel nostro Comune.

AMBIENTE
Di fronte ai cambiamenti repentini del clima, al problema acqua, all’inquinamento delle falde, del suolo e dell’aria che riguardano anche il nostro territorio il sindaco che è il primo responsabile della salute dei cittadini, che deve rappresentare nella loro totalità, dovrà svolgere attraverso le strutture e i tecnici del comune una attenta azione di sorveglianza e proposta per eliminare per quanto può tutti gli ostacoli a garanzia della stessa salute di tutti.
Quindi sarà necessario rendere il comune libero dall’uso dei pesticidi sia per la pulizia dalle erbacce da parte degli uffici comunale che da parte dei privati in campagna con interventi alternativi economici e già sperimentati. Andranno quindi promosse iniziative per l’estensione di una agricoltura biologica, della cura del verde urbano e nelle campagne evitando la capitozzatura di alberi di alto fusto che servono solo a fare legna e distruggono in breve il patrimonio di alberi del territorio.
Una attenzione particolare andrà fatta verso le imprese che inquinano con scarichi inquinanti le falde o non conferiscono nei luoghi adibiti gli scarti di lavorazioni o materiali da costruzione.
Come già sta avvenendo l’amministrazione comunale sosterrà tutti i progetti di Educazione ambientale nelle scuole di ogni ordine e grado, anche perché i bambini e i giovani educati a una coscienza ambientalista sono anche in grado di educare gli adulti.
Ogni attenzione sarà rivolta ad informare costantemente e chiaramente i cittadini sulle norme della raccolta differenziata anche per i cittadini stranieri per incrementarla e iniziare una politica di progressiva diminuzione dei rifiuti attraverso buone pratiche.

TRASPARENZA E PARTECIPAZIONE NELLE SCELTE SULL’URBANISTICA E I LAVORI PUBBLICI
Tolentino soffre dell’assenza della cittadinanza nel processo decisionale. Piani di intervento come il piano regolatore della città, scelte urbanistiche rilevanti o di quartiere dovranno necessariamente essere proposte e discusse con la popolazione attraverso i Comitati di quartiere che dovranno avere un ruolo non solo di rappresentanza vuota e partitica. Il cittadino viene tenuto in genere all’oscuro delle novità nel settore, anche per ciò che riguarda bandi e possibili nuovi finanziamenti.
Siamo di fronte a scelte “imprenditoriali” che non spettano alle amministrazioni comunali basate sulla costruzione di nuovi edifici per una popolazione che sta diminuendo di numero, di una città non più capace di attirare nuovi nuclei familiari e a un indiscriminato consumo di suolo, mentre va rivalutato il patrimonio esistente, tornando a mettere a disposizione della cittadinanza, a costi minori, ciò che già abbiamo. Si tratta di ricucire il tessuto cittadino anche sul piano urbanistico, superando l’idea che la vita di una comunità possa fare a meno di un centro rivitalizzato e rispettato. In questa prospettiva si inseriscono queste proposte da discutere con la popolazione:
1) Riqualificazione della zona “Conce” e messa a sistema con il Museo che dovrà sorgere presso l’ex Conceria Mercorelli. Il passato industriale di Tolentino è un vanto per la storia della nostra città; in vista del futuro recupero dell’edificio dell’ex conceria, si vorrebbe rigenerare l’intera area per far sì che i vari edifici interagiscano tra loro e creino un unico complesso. Il valore patrimoniale delle strutture coinvolte potrà essere un valore aggiunto anche turistico per la nostra città.
2) Recupero e bonifica ex Fonderia Fioretti. Un’area piuttosto grande che va riconvertita in ottica di rete, anche per beneficiare di una nuova destinazione di suolo senza tradire il valore di testimonianza di questa realtà. I benefici sono molteplici e con ricadute sulla salute pubblica degli abitanti della zona.
3) Recupero e acquisizione nel quartiere Fondaccio e Montecavallo di edifici abbandonati da destinare a vari servizi in un’ottica di qualità del Centro Storico. Per contrastare anche il fenomeno dello spopolamento del Centro, si vuole ribadire l’importanza del vivere in comunità, e quindi di difendere un modello diverso dell’abitare orizzontale.

CITTÀ ECONNESSA
Risulta fondamentale creare un sistema di mobilità dolce capace di riconnettere il tessuto urbano ormai smembrato e settorializzato. Nodi importanti del progetto “Città e-connessa” saranno i parcheggi di cinta in cui lasciare le proprie auto per usufruire di mezzi sostenibili messi a disposizione della cittadinanza. Anche gli spazi verdi saranno parte integrante di quest’operazione di riconnessione della città, nel rispetto della sostenibilità e della conservazione intelligente di parchi e corridoi verdi. In tale ottica si inseriscono le seguenti idee progettuali:
1) Realizzazione di un percorso ciclopedonale lungo il fiume Chienti, che metta a sistema il borgo “Conce” e l’ex Conceria Mercorelli, e si ricolleghi con il percorso già presente con partenza dall’oasi del Ponte del Diavolo e arrivo in zona cartiera.
2) Nuovo piano parcheggi adatto alle esigenze di un Centro come quello tolentinate.
3) Realizzazione di un percorso di mobilità dolce che colleghi il Centro Storico con il Castello della Rancia. Questo incentiverebbe il turismo verso il Castello e permetterebbe di ricollegare alla città i nuovi alloggi temporanei sostitutivi delle SAE.
4) PROGETTO DI MOBILITÀ DOLCE E SOSTENIBILE. Messa a disposizione di mezzi sostitutivi dei veicoli privati per accedere al centro con facilità e riducendo le emissioni che danneggiano l’ambiente e gli edifici storici.
5) INFOPOINT per avere sempre     certezza del passaggio degli autobus, degli itinerari, delle fermate e degli orari.
6) AUTOBUS ELETTRICI da integrare al progetto di mobilità ecosostenibile, insieme all’ottimizzazione degli attuali mezzi, per evitare corse senza passeggeri.
7) METROPOLITANA DI SUPERFICIE, che consiste nell’integrazione di autobus e treni per una rete di trasporti da promuovere, soprattutto per gli studenti e chiunque non abbia la possibilità di muoversi in auto.
8) Realizzazione del “Ponte dell’Addolorata”. Questo intervento permetterebbe di chiudere il Ponte del Diavolo al traffico veicolare, contribuendo a conservare l’integrità del manufatto storico e a limitarne i costi di manutenzione. Il Ponte del Diavolo entrerà così a far parte della rete di mobilità dolce, rendendolo perciò un punto focale dei percorsi ciclopedonali.
9) Giardini e orti sociali sulle rive del Chienti. I terreni lungo il fiume potrebbero essere arricchiti inserendo dei veri e propri “orti sociali”, da coltivare in condivisione, e “giardini sociali”, che diventerebbero spazi dal valore non solo naturalistico ed urbanistico, ma anche sociale, andando ad arricchire la nostra città di luoghi in al servizio di attività quali la terapia occupazionale, l’inserimento lavorativo di ragazzi diversamente abili e altre iniziative capaci di migliorare la qualità della vita dei Cittadini.
10) 50 ALBERI OGNI ANNO per incrementare l’area verde di Tolentino nell’ottica di messa a sistema con un occhio per la sostenibilità, anche in termini di riduzione e delle isole di calore, ecc.

Write a comment