Medusa

Conosciamo tutti il mito di Medusa, l’essere mostruoso con serpi al posto dei capelli e capace di pietrificare coloro che incautamente le avessero rivolto uno sguardo.

Ma Medusa è anche un progetto dell’unione europea.

Consiste “nell’installazione di un cavo sottomarino in fibra ottica ad alta capacità, che dovrebbe collegare cinque Paesi europei del Mediterraneo (Cipro, Francia, Italia, Portogallo e Spagna) con quattro Paesi africani (Algeria, Egitto, Marocco e Tunisia). L’infrastruttura avrà una lunghezza totale di 7100 chilometri e comprenderà circa dodici stazioni di approdo, per un costo di investimento totale di 342 milioni di euro.”
È uno dei 70 progetti del Global gateway, il piano europeo da 300 miliardi di euro di investimenti all’estero con cui l’Europa, a parole, “mira a raggiungere connessioni sostenibili e affidabili per le persone e il pianeta. Contribuisce ad affrontare le sfide globali più urgenti, dalla lotta ai cambiamenti climatici al miglioramento dei sistemi sanitari e al rafforzamento della competitività e della sicurezza delle catene di approvvigionamento globali”. Nella sostanza spera di fare concorrenza alla Nuova via della seta promossa dalla Cina in Africa, Asia e Sud America.
Una politica europea (o un’assenza di essa) che ancora una volta rincorre una competizione globale dalla quale come sempre gli unici veri vincenti sono i giganti della tecnologia (Google, Meta, Microsoft e Amazon) che guarda caso sono diventati gli unici investitori nella costruzione dei cavi.

A parte i più che fondati dubbi sulla “sostenibilità” (parlano chiaro i già diversi casi di balene rimaste impigliate nei fili o l’utilizzo di aratri subacquei a devastare fondali marini già ampiamente compromessi dalle attività umane) trovo terribile questo progetto, proprio come la Medusa mitologica.
Trovo terribile il fatto che la nostra “democratica” europa scelga di finanziare così grandi investimenti per ingrassare le tasche delle solite sempre più potenti multinazionali per lo più all’insaputa di cittadini, gli stessi a cui viene detto che non ci sono soldi per la sanità.

Trovo terribile l’ipocrisia nel vendere il pacchetto sotto l’egida della “sostenibilità” e dell’interconnessione tra paesi.
Trovo terribile che nel frattempo quegli stessi fondali su cui andremo a collocare i supercavi del “progresso”, sono pieni dei corpi di coloro a cui veniva negato il diritto di avere una vita migliore dalle stesse istituzioni a parole così magnanime, nei fatti indifferenti.
Trovo terribile la visione di un mondo dove tecnocrazia e capitalismo continuano a creare le necessità, dettare le agende mondiali, espandere i tentacoli e ad insinuarsi come serpi ad avvelenare ogni luogo del pianeta rispettose dell’unica logica, quella del profitto.
Trovo terribile che non bastano crisi ambientali, minacce nucleari, pandemie ad arrestare questi processi tumorali, e a far invertire la rotta.

A guardare in faccia questo futuro apparentemente senza speranza potremmo rimanere pietrificati, ma la risposta non è sicuramente il volgere lo sguardo altrove.
Perseo nel mito ci insegna come uccidere il mostro. Dovremmo sfidare la paura, armarci di coraggio e senza fidarci di ciò che appare al primo sguardo, guardare alle cose con la luce riflessa della ragione, comprenderle e colpendo un sistema malato disinnescando quei processi col quale si mantiene in vita che sono in primis il disinteresse e la rassegnazione.

Un solo Perseo può fare poco, ma in tanti possiamo tutto.

Il mito narra che dal sangue grondante della testa mozzata della gorgone si fossero poi creati i coralli.
Chissà che, se avessimo la forza di riprenderci il nostro futuro, i fondali stessi non potrebbero tornare a colorarsi.

Mauro Borioni

Fonti:
https://amp.today.it/europa/economia/cavo-sottomarino-italia-africa.html
https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/stronger-europe-world/global-gateway_en