Tra una settima si vota

Tra una settimana si vota, si elegge il parlamento ma, anche se non ce lo raccontano, la legge che useremo (così detta rosatellum) non è uguale per tutti.

L’antefatto

Da circa un anno frequento, online, alcune persone appassionate delle forme della politica (leggi elettorali, regolamenti parlamentari, organizzazione dei partiti, ecc.) persone che in diversi ambiti e con diverse forme associative cercano di capire cosa non funziona nel nostro paese e come coinvolgere in modo consapevole le cittadine e i cittadini.

Persone che ringrazio e con cui abbiamo costruito una rete e grazie alle quali ho imparato tante cose anche su questa legge elettorale, oltre agli aspetti che non mi piacevano, e su quanto sia anticostituzionale e discriminante e contro la quale sono stati depositati numerosi ricorsi raccontati e spiegati in questo blog.

Le pecche della legge elettorale

L’aspetto più evidente e di cui ero già a conoscenza è che andremo a votare senza poter scegliere, di fatto, chi votare perché candidate e candidati sono scelti dai partiti e la loro posizione (nelle circoscrizioni, nelle liste ecc.) determinano già la loro probabilità di sedere in parlamento. Tutto questo a causa delle liste bloccate infatti, non a caso, i media hanno parlano di seggi sicuri quando hanno illustrato le liste dicendoci già chi, quasi certamente, siederà in parlamento per la prossima legislatura. Dobbiamo avere la consapevolezza che il voto che andremo ad esprime sarà indiretto e, quindi, incostituzionale perché gli articoli 48, 56 e 58 della Costituzione italiana parlano espressamente di voto diretto.

Il secondo aspetto, di cui ero meno consapevole, risiede nella impossibilità di esprimere il voto disgiunto poiché i candidati uninominali sono legati alle liste bloccate e, in caso di coalizione, il voto uninominale va a cascata a tutte le liste collegate e il meccanismo prevede per le coalizioni che tutti i voti ricevuti dalle liste che prendono tra l’1% e il 3% sono automaticamente trasferiti alle liste di coalizione che raggiungono il 3% dei consensi. In sostanza votando una coalizione non abbiamo certezza di dove finirà il nostro voto tradendo nuovamente gli articoli 48, 56 e 58 della Costituzione.

Il terzo aspetto, che non conoscevo, è che il rosatellum discrimina alcune minoranze linguisticheprivilegiandone altre infatti, mentre le minoranze linguistiche presenti nelle regioni a stuto speciale sono riconosciute e garantite dagli statuti così non avviene per quelle presenti in regioni a statuto ordinario come in Calabria ed in Puglia che, di fatto, scompaiono. L’attuale legge elettorale non garantisce tutte le minoranze linguistiche presenti e consolidate in Italia in evidente contrasto con le indicazioni dell’art. 3 della Costituzione.

Il quarto aspetto, anche questo sconosciuto, è che i territori italiani non sono equamente rappresentati e “pesati” nell’ambito di questa legge elettorale che ha introdotto un sistema misto Il meccanismo di calcolo ed arrotondamento dei seggi è complesso, difficile da capire e tortuoso ma, se confrontiamo le regioni italiane, scopriamo che alcune più popolate come Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche sono meno rappresentate di regioni meno popolose come per esempio il trentino Alto Adige e Molise. In questo caso la legge elettorale discrimina i territori in palese violazione dell’art. 3 della Costituzione.

Cosa fare: le due alternative classiche

Solitamente, difronte al voto, le due scelte sono chiare e le indico esprimendo la mia preferenza (che ho raccontato già in questo mio scritto).

Andare a votare cercando di rimanere fedeli ai propri valori, informandosi e scegliendo consapevolmente e nella consapevolezza del valore del diritto/dovere di voto conquistato anche a prezzo della vita dalle donne e gli uomini che hanno dato vita alla nostra Repubblica.

Non recarsi alle urne alimentando l’astensionismo di coloro che con delusione e rammarico scelgono di non esprimersi ma, nei fatti, lasciano a pochi di scegliere anche per loro con l’effetto che è sotto i nostri occhi di governi scelti da pochi…veramente pochi.

Per chi mi conosce è evidente che io andrò a votare.

Cosa fare: una nuova possibilità

Ed ecco che si apre, e vi propongo, una possibilità che non è alternativa alle due precedenti ma compatibile con entrambe e che è frutto del lavoro con le tante persone di cui parlavo in premessa affiancate dall’avv. Felice Besostri padre dei ricorsi vinti in Corte Costituzionale contro il Porcellum e l’Italicum e che ora coordina i ricorsi contro il Rosatellum.

Trasformare il momento elettorale in una protesta in pochi e semplici passi che sono stati accuratamente studiati, supportati e dettagliati nel documento che potete trovare qui.

I regolamenti elettorali consentono di presentare reclamo e protesta (art. 74 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 30 marzo 1957) e che questi, unitamente alle schede, saranno inviati algli uffici elettorali centrali per la convalida (art. 87 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 30 marzo 1957).

Al seggio saranno obbligati ad accogliere reclamo e protesta allegandole al verbale ed inviandole agli organi competenti per la convalida (art. 104 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 30 marzo 1957).

Ed ecco cosa propongo di fare

Stampare due copie del reclamo e protesta, compilarlo e firmarlo e metterlo insieme al certificato elettorale e al documento di riconoscimento.

Andare al seggio a prescindere dalla intensione o meno di votare e seguire le istruzioni ossia:

  • se intendi votare (come farò io) una volta consegnate le schede rivolgiti a Presidente e Segretario di seggio dicendo “Intendo presentare un reclamo perché ritengo incostituzionale la vigente legge elettorale Rosatellum e chiedo che siano allegati ai rispettivi verbali del voto per Camera e Senato i documenti da me sottoscritti” e consegni i fogli facendo attenzione che vengano registrati.
  • se non intendi votare presenta ila tessera elettorale e il documento per la registrazione , non ritirando le schede, rivolgiti a Presidente e Segretario di seggio dicendo “non Intendo votare e presento un reclamo perché ritengo incostituzionale la vigente legge elettorale Rosatellum e chiedo che siano allegati ai rispettivi verbali del voto per Camera e Senato i documenti da me sottoscritti” e consegni i fogli facendo attenzione che vengano registrati.

Essenziale è mantenere la calma e aver letto attentamente le istruzioni a supporto che sono esaustivi ed esplicativi di diritti e doveri e spiegano come come comportarsi.

Ma non basta

Quello che invito a fare non è solo esprimere il disagio rispetto ad un sistema elettorale che, di fatto, da 30 anni ci impedisce di scegliere direttamente e secondo le indicazioni costituzionali chi vogliamo ci rappresenti in parlamento ma, anche, diffondere questa proposta, facendola propria e contagiando chi abbiamo intorno con la consapevolezza che il cambiamento implica impegno e che tutto dipende da noi e che più siamo e più contiamo!

Paola Petrucci

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