La lezione che viene dal conflitto in Ucraina dice che ognuno deve decidersi: o la Guerra o la vita. Le vittime della brutalità chiamata “geopolitica” crescono ogni giorno, in un vortice distruttivo che può travolgere il mondo intero. Tra le vittime ci sono la libertà, la verità e l’umanità.

La libertà è sparita. Putin si è messo in una spirale senza uscita costringendo il popolo russo a fare la guerra e il popolo ucraino a subirla. Zelensky reagisce facendo leva sul legittimo diritto della nazione invasa di difendersi. Ma costringe i suoi alla guerra, mentre la resistenza armata da un’aggressione è un diritto discrezionale e mai può essere un obbligo imposto a tutti. Né è saggio pensare che sia la reazione migliore. Quando nel 1968 la Cecoslovacchia fu invasa dalle truppe del Patto di Varsavia vi fu una resistenza popolare nonviolenta, senza stragi, e fu l’inizio del cammino di liberazione del Paese. La Nato costringe Zelensky a sconfiggere la Russia escludendo ogni possibilità di intesa, per esempio con la cessione della Crimea che lo stesso Zelensky considera ipotizzabile. Molti governi stanno costringendo i loro popoli al riarmo, all’impoverimento, alla militarizzazione. Il che significa spingere il mondo verso la catastrofe.

I “potenti” giocano una parte che neppure comprendono, perché il vero soggetto, a tutti gli effetti, è la Guerra. Si conferma così la legge storica per cui, quando ci consegniamo a meccanismi di potere, restiamo disumanizzati, privi di libertà, di lucidità, di senso della responsabilità, e sono quei meccanismi a prendere le redini del nostro destino.

Anche la verità è negata ed è presentata come se fosse lineare e univoca. La percezione dei fatti viene meno, resta solo la propaganda. Chi sta a guardare fa il tifo pretendendo o il combattimento per procura o la nonviolenza per procura, senza impegnarsi in prima persona a fare qualcosa per spezzare il contagio della Guerra. Si cade nella logica dell’identificazione dell’altro come nemico. La colpa di Putin è negata dicendo che gli ucraini sono neonazisti e meritano l’invasione. La colpa della Nato viene negata dicendo che sta proteggendo il popolo aggredito, mentre lo sta parassitando per i suoi giochi di egemonia.

Se guardiamo alla storia del mondo almeno dal secondo dopoguerra è evidente quanto sia soffocante la pretesa degli Stati Uniti di essere la superpotenza del pianeta che si serve della Nato come strumento per la propria politica imperiale. Guerre, invasioni, massacri, colpi di stato, omicidi politici sono stati e sono normali strumenti della politica statunitense ovunque nel mondo, ma il nostro pregiudizio di appartenenti alla “tribù bianca”, come la chiama Alex Zanotelli, ci impedisce di vedere questa iniquità storica e strutturale. Vediamo solo la violenza degli altri, quella dell’Occidente invece è chiamata, di volta in volta, globalizzazione, modernizzazione, esportazione della democrazia, sicurezza nazionale, tutela degli interessi americani o occidentali nel mondo.

Chi cerca di riflettere secondo il criterio della costruzione della pace viene accusato di non distinguere tra vittime e carnefici. Non si vuole vedere che chi manda armi evita di trattare per malafede e infatti non muove un dito per far cessare la strage. Chi si comporta così sta speculando sulla pelle del popolo ucraino. La resistenza di questo popolo è diventata una guerra della Nato. Soprattutto non si vede che il parossismo dello scontro crescente porta verso la guerra nucleare totale. Né si capisce che il falso argomento della “guerra giusta”, basato sul frammento di verità per cui la difesa è legittima, è il perenne cavallo di Troia della Guerra per indurre tutti a obbedirle e a lavorare alacremente per l’autodistruzione del genere umano.

Bisogna spezzare questo contagio di Guerra. È tempo di onorare la vita, che è la comunità tra tutti, uscendo da questa antichissima trappola della logica di potere e della menzogna della guerra giusta. Occorre esercitare la critica senza fare del criticato un nemico da distruggere. Si deve democratizzare la società, lavorando per un’economia di pace che leghi tutti i popoli in un’equa reciprocità. Bisogna sciogliere le organizzazioni di Guerra come la Nato, impegnandosi invece a rigenerare l’ONU perché diventi un’istituzione democratica, corale, credibile, efficace. E soprattutto è tempo che la “tribù bianca” guarisca dalla sua stupida pretesa di superiorità. Noi italiani dobbiamo lavorare per un’Europa sociale, democratica ed ecologica, libera dall’egemonismo statunitense, pronta a costruire rapporti internazionali equi e pacifici. Bisogna ripudiare il nazionalismo e smontare le pretese imperiali di chiunque, costruendo un ordine del mondo in cui ogni popolo vale come gli altri.

Se non agiremo subito in questa direzione, l’umanità sarà annientata e la vita si volgerà in morte. Nessuno può chiamarsi fuori. Dobbiamo esercitare il sacro dovere di disertare la Guerra, esprimendo l’unica libertà autentica, quella di scegliere la pace in ogni pensiero, parola e azione.

Roberto Mancini

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