Sciopero 17 novembre 2023

Buongiorno a tutti, mi chiamo Angela e sono la coordinatrice delle basi della provincia di Ascoli Piceno della Rete degli Studenti Medi.
Dopo un lungo periodo in cui, a causa della pandemia, non c’è stato modo di scendere in piazza, finalmente anche nel nostro territorio siamo tornati a far sentire la nostra voce.
Oggi, da membri e portavoce dei diritti della comunità studentesca, aderiamo alla mobilitazione indetta in occasione della Giornata internazionale dello Studente.
Ed è doveroso sfruttare l’occasione per focalizzarci su quelle che sono le posizioni di noi studenti in un contesto politico che ci vuole divisi, e in cui proliferano ingiustizia ed insensibilità.

Ora più che mai ci sembra di vitale importanza portare l’attenzione su quanto sta avvenendo sotto gli occhi di tutti. Violenze disumane continuano ad essere perpetrate ai danni dei civili nella striscia di Gaza e in Cisgiordania ad opera del governo israeliano, con la complicità del mondo occidentale. E questo, davanti a tali soprusi, decide di voltarsi dall’altra parte e far finta di niente, nonostante i continui appelli per un cessate il fuoco. Noi studenti non possiamo restare indifferenti. Non possiamo ignorare le responsabilità primarie che i processi colonialisti occidentali hanno avuto nell’evolversi della situazione palestinese. Pretendiamo una chiara posizione da parte delle istituzioni, una posizione che, ambendo ad un reale cambiamento geopolitico e culturale, metta in primo piano i bisogni delle popolazioni, e non quelli di chi è al potere.

Il fatto che a scuola l’analisi critica di quanto sta accadendo nel mondo non venga considerata una priorità, è la dimostrazione di un necessario cambiamento strutturale del sistema educativo, le cui problematiche -lasciate da parte come un qualcosa di poco conto- sono estremamente preoccupanti.

Dall’inizio del suo mandato infatti, il Governo Meloni, promuovendo una politica elitaria e divisiva in ogni ambito, si è mostrato avverso al mondo studentesco. Le nostre istanze continuano a non essere ascoltate, l’istruzione viene considerata l’ultima ruota del carro.

Tale ostilità è stata espressa frequentemente da settembre 2022, partendo dalla ridenominazione del MIUR, divenuto “Ministero dell’istruzione e del merito”, decisione che mostra chiaramente l’effettiva volontà dei nostri rappresentanti di Governo: incrementare il processo di aziendalizzazione della scuola, spersonalizzando sempre di più il percorso di studi di ogni studente.

Questa “cultura del merito”, dello studente più bravo e capace di un altro, si riflette anche al di fuori del mondo accademico, andando a rendere ancora più insostenibile la pressione psicologica che ciascuno studente deve sopportare. Tutto ciò rischia anche di ampliare il divario socio-economico tra studenti, per non parlare delle migliaia di giovani che, disincentivati a studiare per colpa di un sistema assolutamente non idoneo, abbandonano gli studi.

A questo, che ha rappresentato solo l’inizio, si sono aggiunti caro libri, caro trasporti, edilizia scolastica carente, una mancata riforma dei PCTO (talvolta un vero e proprio rischio per l’incolumità degli studenti), ritardi nell’erogazione delle borse di studio, ridimensionamento scolastico, pressione sociale, assenza di un supporto psicologico.

E queste sono solo alcune delle questioni che continuano a non essere affrontate con la dovuta attenzione.

Continuiamo a subire le conseguenze e le contraddizioni tra un sistema che definiamo pubblico, che dovrebbe essere in egual modo accessibile ad ogni studente, e gli insostenibili costi che questo ci richiede, dal punto di vista economico e da quello umano.

Lo scorso anno l’11,5% degli studenti iscritti alla scuola secondaria di secondo grado ha abbandonato gli studi senza conseguire la licenza superiore. 53 mila studenti ogni anno lasciano il Paese alla ricerca di migliori condizioni di studio (e di vita).

I giovani italiani preferiscono andare via dal proprio Paese, sapendo che in gran parte dei casi restare qui significherebbe vivere nella precarietà, dapprima come studenti e poi come lavoratori.

E cosa accade quando si prova ad esprimere il proprio dissenso nei confronti delle istituzioni? Le rivendicazioni vengono soffocate, represse con la violenza e le manganellate, come è accaduto poche settimane fa a Firenze, e a Torino.

Il Governo sta tentando in tutti i modi di limitare la libertà d’espressione e di associazione che ci spetta di diritto, come ci ha dimostrato la decisione del Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ha imposto la precettazione dello sciopero di oggi. Se sperano di metterci a tacere, non hanno capito assolutamente nulla.

Nessuno ci priverà di un diritto inviolabile ed imprescindibile, un diritto costituzionale.

Malgrado l’inevitabile disillusione e scoraggiamento a cui tutto ciò porta, non possiamo fermarci. È necessario, ora più che mai, costruire una solida opposizione sociale al Governo Meloni, riportando in vigore il ruolo eversivo del sindacato studentesco.

Per questo motivo come Rete degli Studenti Medi, e qui nel nostro territorio come Robin Hood e Fenice, ci impegniamo per portare avanti il lavoro di confronto con tutte quelle realtà che si mostrano solidali ai nostri principi. Crediamo nell’importanza di un’elaborazione condivisa (soprattutto in un periodo di grande precarietà come quello che stiamo vivendo) sulle tematiche e sui valori che ci accomunano.

Riteniamo fondamentale garantire ai nostri militanti una formazione di base su diritti e meccanismi di tutela, ribadendo sempre con fermezza e chiarezza le nostre posizioni antifasciste, antimafia, antirazziste, ambientaliste, di inclusività, e pacifiste.

Siamo stanchi ed arrabbiati. Stanchi di sottostare ad un Governo che non investe nell’istruzione e nella cultura, che ci fa vivere nel precariato, accentuando di giorno in giorno la spinta verso la privatizzazione dei principali settori pubblici italiani.

La nostra Organizzazione ha il dovere di battersi e di opporsi a questo modello e di lavorare per costruirne uno alternativo.

Non resteremo a guardare il disfacimento dei valori fondanti della nostra Costituzione, non resteremo a guardare l’operato di un Governo che tutto si può definire fuorché garante dei diritti di ogni cittadino, non resteremo a guardare mentre l’intera comunità studentesca si vede privata del proprio diritto allo studio.

NON RESTEREMO A GUARDARE, NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE!

Angela Verdecchia, coordinatrice di Roobin Hood e La Fenice – basi di San benedetto e Ascoli Piceno